Il comparto audiovisivo è a tutti gli effetti un’industria che movimenta persone, risorse, materiali, utilizza energia e produce rifiuti. L’Italia ha una produzione audiovisiva notevole: in media, ogni anno, conta 1.500 settimane di lavorazione in questo ambito. Secondo alcuni calcoli condotti da Zen2030, la mobilità pesa in media per circa il 50% dell’impatto ambientale di un set, successivamente l’energia per circa il 30%, poi catering, alloggi e materiali, al di sotto del 10% ognuno, e infine i rifiuti. Un volume di lavoro che genera migliaia di tonnellate di CO2. Eppure l’industria cinematografica italiana non ha regole obbligatorie sulla responsabilità ambientale delle case di produzione, a differenza della Francia, che si distingue con il piano Action! o la Germania, con i suoi 21 criteri ambientali minimi che tutte le produzioni devono rispettare per ottenere finanziamenti pubblici.
Anche di questo si è parlato all’inaugurazione di Cinema In Verde, il primo Festival di cinema ambientale che si svolge all’Orto Botanico di Roma fino a domenica 1° ottobre. Il margine su cui agire c’è, come dimostrano alcune realtà. Ad esempio il Trentino Film Commission, uno dei primi fondi pubblici regionali in Europa ad aggiungere un incentivo economico ai produttori disposti a ottenere una certificazione per la sostenibilità ambientale delle loro riprese. Nel 2021 il Fondo Pubblico Nazionale (MiC) ha aggiunto un incentivo per i produttori disposti a ottenere una certificazione, così come altre Regioni hanno introdotto modelli simili.
A fare la differenza però c’è anche l’industria stessa, che – al di là della normativa –decide di puntare la produzione su modelli sostenibili. Tra questi, un esempio virtuoso è Cinema In Verde. Il Festival è a ridotto impatto ambientale e carbon neutral. Grazie, infatti, alla collaborazione con Zen2030 tutti i consumi della manifestazione legati alle categorie energia, mobilità, trasporti, ristorazione, materiali, alloggi e rifiuti saranno monitorati, registrati e tradotti in emissioni di CO2eq. A questa attività di monitoraggio e rendicontazione, si aggiunge l’attuazione di misure di riduzione dell’impatto ambientale su più livelli: l’energia utilizzata per l’evento sarà proveniente da fonti 100% rinnovabili; sarà adottata una politica plastic free; verranno utilizzati arredi quasi esclusivamente noleggiati e scelti fornitori locali, provenienti da Roma e dal Lazio. Il menù del catering sarà prevalentemente vegetariano, con servizio lavabile o totalmente compostabile e sarà previsto il recupero delle eccedenze alimentari, che saranno donate a enti no profit. A chiusura dell’evento le emissioni residue, ovvero quelle che non sarà stato possibile evitare, saranno quindi compensate attraverso progetti certificati legati alla transizione energetica verso fonti rinnovabili.