L’edizione 2024 di Cinema In Verde si prepara a sorprendere il pubblico con una selezione di film che, sebbene non esplicitamente incentrati sulle tematiche ambientali, offrono riflessioni interessanti sul nostro rapporto con il Pianeta. Tra i quattro titoli in rassegna, tre italiani e uno spagnolo, emergono in particolare un focus sull’Italia e un’attenzione alla cronaca recente.
L’obiettivo di questa edizione è vedere come l’ecologia possa essere interpretata in senso ampio, toccando aspetti che vanno oltre la semplice protezione della natura. Lo fa ad esempio “Un mondo a parte” di Riccardo Milani, un film che affronta temi di scuola, territorio e identità culturale. Sebbene Milani non attribuisca uno specifico genere alla sua opera, per il festival è chiaramente una pellicola ecologista. Nel film cade la distinzione tra difesa del paesaggio, difesa del proprio benessere e difesa della comunità in cui si vive: l’integrazione tra questi aspetti non è vissuta dal protagonista come un dovere civico ma come un atto naturale, di autodifesa si potrebbe dire. Qualcuno potrebbe interpretare il film come una storia sull’amore o sull’educazione, ma l’essenza di una lettura ambientalista è proprio la capacità di intrecciare i piani e di misurare l’influenza dell’evoluzione dell’ambiente sull’evoluzione dei nostri comportamenti.
Un altro titolo di rilievo è “Alcarràs” di Carla Simón, una pellicola che ci trasporta in un paesino della Catalogna. Qui, la storia di una famiglia diventa il pretesto per esplorare temi come la memoria, l’identità, la nostalgia. Ma, soprattutto, Alcarràs ci fa interrogare sul futuro degli agricoltori in un mondo in continua transizione ecologica. La riflessione sulla sostenibilità agricola e sulla necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici è al centro di questa storia, che pone in luce le sfide attuali e quelle future del settore agricolo.
Dal Delta del Po arriva poi “Delta” di Michele Vannucci, un film costruito come un western d’azione che racconta il conflitto tra una guardia ittica e un pescatore di frodo. Questo scontro personale riflette tensioni più ampie legate alla violenza e alla logica della sopravvivenza, ma solleva questioni cruciali come la perdita di biodiversità e l’inquinamento industriale delle acque. La narrazione di Vannucci ci spinge a considerare le conseguenze delle attività umane sugli ecosistemi fluviali, cruciali per il mantenimento dell’equilibrio ambientale.
Infine, “Io Capitano” ci ricorda che la sostenibilità ambientale non può essere disgiunta da quella sociale ed economica. Il film affronta temi come il rapporto tra Nord e Sud del mondo, i diritti e le migrazioni, sottolineando che occuparsi dell’ambiente significa anche affrontare le disuguaglianze globali. Questa prospettiva integrata è essenziale per comprendere che la giustizia ambientale richiede anche giustizia sociale, e che le crisi umanitarie sono strettamente connesse alle questioni ecologiche.
Cinema In Verde 2024 si distingue dunque per la capacità di proporre film che, attraverso storie apparentemente distanti dalle tematiche ambientali, ci conducono a una riflessione profonda sul nostro rapporto con la natura e la società. Sono film che ci invitano a guardare oltre l’immediato, a comprendere le connessioni tra ambiente, cultura, economia e giustizia sociale, mostrando come l’impegno per un futuro sostenibile sotto ogni aspetto sia necessario per il nostro presente.