Speranze, paure, sfide, rassegnazione, rabbia. E tante contraddizioni. Sono questi gli elementi, le emozioni e i sentimenti che percorrono le sei pellicole del concorso internazionale dl Cinema In Verde, il festival internazionale di film che raccontano storie di sensibilità e temi ambientali.
Le sei opere sono state scelte attraverso una selezione – non facile, a dir la verità – sui mercati internazionali: i temi dell’ambiente che si degrada, ma anche le resistenze a cambiamenti distruttivi, le visioni di mondi futuri, la relazione con la natura, o meglio: le relazioni con le nature e gli ecosistemi. Il comitato artistico.scientifico del festival ha valutato quindi che queste sei storie rappresentino uno spaccato importante e soprattutto interessante di quello che la creatività del cinema ha prodotto nell’ultimo anno. Film inediti da noi, che vengono da Paesi molto diversi. Ogni film, con il proprio linguaggio e la propria sensibilità, ci offre uno sguardo unico e originale sul rapporto tra gli esseri umani e l’ambiente che li circonda. Alcuni scelgono di esplorare il tema attraverso la lente di un futuro distopico, come accade in White Plastic Sky, che ci proietta in un mondo dove uomini e donne accettano di trasformarsi in alberi per sopravvivere. Un monito potente su dove potremmo finire se non iniziamo a ripensare il nostro modo di vivere.
Altri film, invece, si addentrano nella realtà contemporanea, esplorando la complessità dei rapporti di potere, la resistenza delle comunità locali e le tensioni tra tradizione e modernità. In Europa, seguiamo una giovane dirigente in missione in Albania, dove le dinamiche tra profitto e cultura locale emergono in un contesto di thriller sociale. Qui, l’urgenza di conservare tradizioni e identità si scontra con la spietata logica del mercato globale.
Il racconto si fa più intimo e radicato nella natura con film come I Saw Three Black Lights, dove la narrazione intreccia la spiritualità e la connessione organica con l’ambiente. Nella giungla colombiana, un anziano affronta il viaggio della propria vita, guidato dagli insegnamenti ancestrali in un mondo dove la natura è un’entità vivente, non un semplice scenario. Con The Little Gang si gioca, con un linguaggio diretto e immediato, sul coinvolgimento emotivo di un gruppo di giovanissimi adolescenti nella difesa di un fiume inquinato. La little gang inventa un progetto folle. Ma le ragioni di questo coinvolgimento e il suo sviluppo molto movimentato portano a una sorpresa dietro l’altra.
Luzzu ci porta invece a Malta, dove l’ecosistema in cambiamento influisce profondamente sulle vite di una comunità di pescatori, rivelando le difficoltà e le scelte morali che emergono quando la sopravvivenza quotidiana è messa in pericolo. Infine, in Disco Afrika, vediamo un giovane uomo confrontarsi con la corruzione e le disuguaglianze che affliggono il suo paese, mentre riscopre le proprie radici e il valore della resistenza.Storie che possono indignarci e indicarci nuove prospettive. Storie che ci possono emozionare e far cambiare punto di vista. A sceglierle, un comitato in cui arte e scienza vanno a braccetto con la sensibilità ambientalista. Ne fanno parte il direttore dell’Orto Botanico Fabio Attorre,il presidente onorario Comunità scientifica WWF Italia e membro del Club di Roma Gianfranco Bologna, la direttrice artistica del festival Claudia Campanelli, il prorettore della Sapienza Livio De Santoli, il docente Storia del cinema della Sapienza Damiano Garofalo.